Le Procure a caccia di imprese senza modello organizzativo 231

Le Procure a caccia di imprese senza modello organizzativo 231, imprenditori ad elevato  rischio penale.

Dal 2020, in presenza di reati commessi nell’interesse delle società da dipendenti o amministratori, le Procure vanno a verificare la sussistenza di un modello organizzativo 231.

Specialmente al sud, molte aziende non sanno nemmeno l’esistenza della 231, la crescente attenzione delle Procure però, attenzionerà velocemente le aziende, che si troveranno in grossi guai penali.

Che cos’è la 231. È una normativa che presume la responsabilità dell’ente per omessa vigilanza in caso di commissione di reati, quindi oltre al reato ci sarà anche la responsabilità penale per omessa attuazione del modello organizzativo di controllo.

Sono passati ormai due decenni dalla introduzione della responsabilità amministrativa delle società per i reati commessi per suoi interessi  dai suoi dirigenti e dai suoi dipendenti (decreto legislativo 231/2001) ma non si può certo dire che l’applicazione dei modelli organizzativi, cioè dello strumento principale che consentirebbe alle imprese di evitare questo tipo di sanzioni, sia diventata la norma tra le aziende italiane.

La mancata attuazione del modello organizzativo 231 una volta che sia stata affermata la responsabilità dell’ente in una fattispecie a rilevanza penale a causa della condotta dei suoi amministratori, può essere esercitata nei confronti degli amministratori una delle azioni di responsabilità civili e  penali previste dalla vigente normativa (artt. 2392, 2394 e 2395 c.c.).

Nel corso degli anni il novero dei reati che possono far scattare la responsabilità dell’ente è stato enormemente ampliato, aggiungendo numerose fattispecie, dai reati societari ai reati tributari contro l’ambiente, dai reati informatici ai reati contro la pubblica amministrazione, dagli infortuni sul lavoro agli abusi di mercato

La Procura della Repubblica deve disporre l’archiviazione di un procedimento penale a carico di una società se la commissione del reato è frutto dell’elusione fraudolenta del Modello di Organizzazione da parte delle persone fisiche coinvolte.

In mancanza del modello 231 il primo ad essere messo sotto inchiesta penale è l’amministratore.

La norma  pone una presunzione legale di responsabilità ex D.lgs. n. 231/01, che può essere vinta qualora prima della commissione del fatto, l’amministratore  ha adottato ed efficacemente attuato un Modello di Organizzazione idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi, il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli di curare il loro aggiornamento è stato affidato a un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo, le persone che hanno commesso il reato sono estranee all’amministrazione eludendo fraudolentemente i Modelli di Organizzazione e di Gestione, non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’Organismo di Vigilanza.

L’aggiornamento dei modelli 231 non può più attendere: l’estensione della responsabilità ex decreto legislativo 231/2001 all’ambito penale tributario, come previsto dal dl 2020 (dl 124/2019, convertito in legge 157/2019), e poi completato con il dlgs 75/2020, entrato in vigore il 30 luglio 2020 a recepimento della direttiva Ue 2017/1371, (Pif), quindi attenzione a non  far scattare la responsabilità 231 tutti i più gravi reati fiscali.

Napoli,li 30/08/2021

Dott. Giuseppe Marino

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